Un Borgo bandiera arancione, un territorio di grandi prodotti. Idea Weekend proposta dal Touring Club! Se l’attualità ci racconta spesso di giovani che non vedono l’ora di scappare all’esteroalla ricerca di un futuro migliore, trascorrere un fine settimana nei Colli di Luni, in provincia di La Spezia, è garanzia di una sorsata di patrio ottimismo e di buon vino. Merito di una nuova generazione di viticoltori innamorati della terra dei loro padri e ben determinati a renderla ancora più bella e prospera.Girando per le cantine di Castelnuovo Magra, fra vigne che respirano la brezza di mare del golfo di Lerici e piccoli borghi incantevoli, fra un bicchiere e l’altro, si chiacchiera con le nuove leve delle dinastie del Vermentino, ragazzi che sanno “comprendere il carattere del territorio e vogliono coltivare i vitigni autoctoni – come spiega Paolo Bosoni, capostipite delle Cantine di Lunae – raccogliendo dalla tradizione la chiave di lettura per il loro futuro”. Come dire che per fare un buon vino ci vuole anche cultura, tradizione e conservazione del paesaggio. IL VINO DI LUNAE: Che il vino da queste parti fosse buono lo sapeva già Plinio il Vecchio, che scriveva “Il vino lunense fa vincere il premio del migliore all’Etruria”. A quei tempi dal porto di Lunaesalpavano bastimenti carichi di vino e di marmo immacolato, proveniente dalle vicine cave di Carrara. Con il passare del tempo il porto romano si insabbiò e la gente si trasferì sui colli alla ricerca di aria più salubre, lontano da quella che era destinata a rimanere un’area paludosa e malsana fino alle bonifiche del 1700. Oggi a Ortonovo si possono visitare gli scavi nell’area archeologica della città che gli antichi romani chiamarono Lunae, in onore della dea Luna. Una città elegante e ricca, con numerosi edifici ricoperti di marmo, un teatro e un anfiteatro, oltre a numerosi edifici devozionali. Abbandonata la pianura, qui si continuò, però, a coltivare la vite e soprattutto il vermentino con ottimi successi, tanto che il genovese Cristoforo Colombo a quanto pare volle numerose botti di Vermentino di Luni a bordo delle sue caravelle in partenza per il Nuovo Mondo. Grazie al felice passaggio di testimone fra generazioni di viticoltori, oggi le bottiglie di Doc “Colli di Luni” partono anche per la Cina e il Nord Europa, ma il posto migliore per degustarle è sempre qui, in questo territorio crocevia fra Liguria, Toscana ed Emilia Romagna. CASTELNUOVO MAGRA, BORGO DOC. La torre medioevale di quello che fu il Castello dei Vescovi domina Castelnuovo Magra, bel paese a circa 200 metri sul livello del mare. E’ come un faro sul mare verde di vigne del vermentino, della cui produzione Castelnuovo è epicentro. “Non stupisce che l’enoteca regionale si trovi proprio qui” – spiega il presidente Federico Ricci – “nella provincia ligure con la maggiore produzione vinicola”. Come si apprende visitando l’interessante esposizione multimediale allestita nella torre recentemente restaurata, il vermentino, però, si può considerare un vino simbolo non soltanto della regione Liguria, ma di tutto il Mediterraneo, essendo la sua produzione tradizionalmente distribuita fra Sardegna, Corsica, Toscana e Liguria. “Grazie ai finanziamenti europei del 2009 siamo riusciti a dare un nuovo impulso al turismo del vino – racconta Manuele Micocci, giovane e intraprendente consigliere comunale con delega al turismo – “e abbiamo pensato di proporci come capofila dei territori di produzione del vermentino nel Mediterraneo. Per celebrare il vino nuovo, abbiamo dato vita anche a un grande momento di festa giunto ormai alla settima edizione, che quest’anno si terrà il 28 e 29 maggio, coinvolgendo tutto il territorio dei Colli di Luni, con l’apertura straordinaria di cantine e dimore storiche”. LA FESTA DI BENVENUTO VERMENTINO. E i buoni motivi per festeggiare non mancano, perché pare che l’ultima sia stata un’ottima annata. Grazie alle temperature particolarmente calde, la produzione 2015 ha una qualità al di sopra della media. Saranno quindi due giorni dedicati alla degustazione del vino nuovo – fresco, sapido e profumato – in abbinamento ai piatti del territorio proposti dai più valenti chef della zona. Per l’occasione le famiglie di Castelnuovo Magra aprono al pubblico i loro salotti buoni, accogliendo i visitatori nei palazzotti settecenteschi del centro storico. Fra questi la suggestiva Dimora Garibaldi, antica dimora della famiglia Pucci nel cuore di via Dante, dove è possibile anche fermarsi per la notte, fra caminetti, antichi piani a coda e memorabilia dedicati alla musica classica. Buon cibo e fiumi di vermentino anche in piazza con il punto ristoro allestito dalla Proloco in collaborazione con i ristoranti locali. E per smaltire gli eccessi enogastronomici ci sono le passeggiate tra i vigneti organizzate dal CAI o la scalata alla Torre dei Vescovi di Luni. Dalla sua cima si gode un magnifico panorama del golfo, mentre distribuita su 6 dei suoi 7 piani ci si può godere la mostra Football and Icons, che Steve McCurry ha dedicato al calcio di strada, proposta in anteprima mondiale fino al 10 settembre. Anche il grande fotografo statunitense si è fatto stregare dalle Terre della Luna e a fine giugno sarà possibile incontrarlo di persona in piazza Quericiola. ALLA SCOPERTA DEL TERRITORIO . A dare il benvenuto ai visitatori appena giunti a Castelnuovo Magra, i resti dell’antica cinta muraria e di quello che fu il Palazzo dei Vescovi-Conti di Luni, dove il 6 ottobre 1306 si firmò la pace fra il Vescovo Antonio da Camilla e i Marchesi Malaspina alla presenza del procuratore di quest’ultimo Dante Alighieri. Una delle due torri rimaste, recentemente restaurata, ospita la nuova sede del Museo Multimediale del Vermentino oltre a interessanti mostre temporanee. Il Palazzo in realtà non fu mai distrutto, ma semplicemente smontato pezzo a pezzo degli abitanti dei colli in cerca di materiali da costruzione e nel XIX secolo per la realizzazione del coro della Chiesa di Santa Maria Maddalena. Il nucleo originale della parrocchiale risale in realtà al XVII secolo e custodisce una tela della Crocifissione di Peter Brueghel il Giovane (1564 – 1637) oltre a molte sculture in marmo di Carrara. Proprio a fianco della parrocchiale si apre l’ingresso all’Oratorio dei Rossi, mentre nel cuore del Borghetto (il nucleo del centro storico) si trova l’Oratorio dei Bianchi. Spingendosi alla scoperta del territorio castelnovese, ci si imbatte in interessanti icone marmoree a bassorilievo sulle facciate di alcune abitazioni private. Sono le Maestà, testimonianza del culto mariano e del legame con le vicine cave di marmo di Carrara. Nelle immediate vicinanze, nella frazione di Ortonovo, da non perdere una visita all’affascinante borgo di Nicola e al Santuario Mariano del Mirteto, interamente costruito in marmo bianco di riporto nel Cinquecento.